Torno a parlare di cibo negli States. E specificamente dell’impossibilitá di mangiare italiano qui.
Saró un po’ fissata con l’argomento? Naturalmente si. E se non bastasse sono incinta. 33 settimane e neanche un gelato decente. Se non è tortura questa!
Prima di visitare i ristoranti, rispondiamo alla domanda: si trovano prodotti alimentari italiani negli Stati Uniti? Veramente italiani? Magari importati?
La dura veritá sui prodotti alimentari “italiani” e su quelli “importati”.
Nei supermercati, ed anche in negozi specializzati, si trovano alcune marche “italiane”, che italiane non sono affatto. Hanno nomi che suonano approssimativamente italici, spesso con comici errori grammaticali (succede pure per marche di vestiti e scarpe), ma la cosa puó trarre in inganno giusto gli americani. A noi, gli italiani veri, non ci fregano. O quasi. Se Fiora, Bello Romana (si, con mancata concordanza di genere) o Nonna Gina non ci dicono nulla, sicuramente Barilla, Buitoni o Giovanni Rana potrebbero farci credere di avere trovato una via di salvezza fra le insidiose corsie del supermercato.
Mangiare italiano in America
Peccato che queste marche abbiano degli stabilimenti in America e usino i prodotti di base locali, che, come abbiamo visto, non sono proprio quelli “giusti”. Peccato che i produttori sappiano che il largo pubblico americano, per dirla palese, non ci capisce una cippalippa in fatto di buon cibo. Peccato pure che le leggi locali in tema di cosa si possa e non si possa mettere negli alimenti, chiaramente prevalgono sul senso italiano del gusto in favore del senso americano del guadagno.
Risultato? Pomodoro in scatola con un livello di aciditá da mettere a dura prova gli stomaci piú coraggiosi (ma dura in eterno, come il latte). Pasta a cottura immediata (la farina usata è a bassissimo costo). Olio di oliva scadente (nessuno verifica da dove provengano le olive e come siano spremute). Vino aspro che garantisce mal di testa al primo bicchiere (uso libero e incontrollato di sulfiti).
Una volta ho osato comprare i ravioli di Giovanni Rana. Ero incinta di poche settimane, capitemi. Mi resta un amaro ricordo di me buttata sul letto in lacrime, tragica come un coro dell’Adelchi, mio marito che mi chiede cosa succede, ed io che piagnucolo:
– I’ve poisoned our babyyyyy!!!!!
Tanto stavo male.
Ho pure scritto a Giovanni Rana Italia e Giovanni Rana USA. Non mi hanno mai risposto.
Alcuni prodotti sono veramente importati e pertanto sono veramente buoni. Costano un occhio della testa e naturalmente la scelta è limitata causa rischio deperimento rapido e leggi sull’importazione. Si possono trovare: parmigiano, prosciutto di Parma, pasta De Cecco (l’unica che si rifiuta di produrre secondo gli scadenti standard locali!) senza troppa difficoltá. Ricerche piú accurate possono essere premiate con vero gorgonzola, paste di mandorle siciliane, alcuni salumi tipici. La lista si chiude qui, almeno in Florida. Alcune fonti riportano che in altre zone, per esempio a New York, dove esiste una vasta comunitá italiana, alla forte domanda corrisponda maggiore disponibilitá di prodotti tipici.
Tuttavia, quando si parla di “comunitá italiana” a me viene sempre un dubbio. Ricordate il mio vecchio post sul tema che tutti vogliono fare l’italiano? Si fa presto a dire “italiano”. C’è un’intera sedicente gastronomia italiana che nessuno di noi riconoscerebbe mai.
Un tour nei ristoranti italiani in America.
Il mio adorabile marito ancora ci prova. Mi dice:
– Amore, hanno aperto un nuovo posto, si chiama “Zio Giuseppe”. Vuoi andare a mangiare italiano?
Ed a me parte la colonna sonora dei Rolling Stones che cantano “I can’t get no satisfaction”.
I ristoranti italiani in America sono una realtá a se stante. Sono l’ibrido risultato di maleinterpretazioni culturali, compromessi commerciali e pure invenzioni.
Spesso i proprietari sono veri italiani che presto hanno dovuto arrendersi alla mancanza di materia prima ed alle pressioni dei clienti. Nei posti che vogliono assumere toni da accogliente trattoria, si trovano sempre delle oscene tovaglie a quadretti bianchi e rossi. E’ lo stile, ció che crea l’ambiente giusto. A completare la scena, in genere c’è un sottofondo musicale di Andrea Bocelli o Jimmy Fontana o, nel migliore dei casi, mandolini napoletani.
E cosa si trova nei menu tipici di questi posticini tradizionali? Innanzitutto, non appena seduti, si riceve un piattino con un impiastro contenente olio, aceto balsamico e parmigiano grattugiato. Questo, si presume, è l’intingolo in cui ogni italiano inzuppa il suo pane mentre attende le prelibatezze dello chef. A voi risulta? Nemmeno a me. L’americano non puó fare a meno delle salse. Ce le ha nel DNA. Quindi, per venire a patti con una cucina che ne è fondamentalmente priva, se le inventa.
Fra gli antipasti, si suggerisce sempre una piccola soup du jour. In francese? Si, dai, è quasi la stessa cosa, dopotutto. Potrebbe essere una zuppa di granchio o un minestrone. Nel minestrone, vi avviso, galleggerá della pasta che è rimasta lì in cottura lo stesso tempo necessario per i fagioli, quindi minimo un’oretta. Altro irrinunciabile antipasto tipico sono le meatballs, ovvero le polpette. Della dimensione di una palla da bocce, con aglio a sufficienza per attraversare la Romania senza paura, e accompagnate da una salsa al pomodoro densissima ed una cucchiaiata di ricotta (sapete giá che ricotta). Volete andare proprio sul tipico? Non ci sono dubbi. Iniziate con una Caesar Salad. Tutti sanno che gli italiani mangiano l’insalata come antipasto, no? Quindi indulgete in questo piatto a base di lattuga, pollo alla griglia, scaglie di parmigiano e litri di vinaigrette. Io ho vissuto i miei primi 23 anni di vita senza aver mai sentito parlare della Caesar Salad; ovvero finchè non sono andata in Inghilterra.
Passiamo ai primi. Sicuramente troverete almeno un piatto di linguini (si, con la “i”, che mi fa incazzare da morire) Alfredo. Dai, Alfredo… Alfredo chi? Boh. Pare sia quello che ha inventato la pasta burro e parmigiano. Alternativa: alla bolognese. Nel migliore dei casi, oltre all’abuso di aglio, scoprirete che la tendenza è cuocere molto brevemente. Quindi pezzi di cipolla e carote croccanti e carne macinata appena scottata saranno all’ordine del giorno. La salsa marinara equivarrebbe al nostro pomodoro semplice. Anche qui, aglio a go-go. Si trovano spesso le penne alla vodka; cosa abbiano di tipico, io lo ignoro. Spaghetti meatballs, come è facile intuire, sono spaghetti serviti con polpette. Lotto dal primo momento per diffondere la consapevolezza che da noi le polpette sono un secondo. Ma gli americani mi guardano sconcertati, sorridono, credono che io scherzi. Credono che io non capisca nulla di cucina italiana vera. Siete curiosi di assaggiare la pasta con broccoli rabe e salsiccia? Io vi dico solo: non fatelo, non fatelo, non fatelo. Idem con le lasagne. Contengono la letale ricotta e potrebbero essere servite con un contorno di patatine fritte.
Ma entriamo nel cuore dell’abominio con i secondi piatti. La parmigiana. Non solo la parmigiana di melanzane è un insulto grave a tutte le nostre nonne e mamme. Ma la parmesan qui ha tante varianti quante la vostra mente mai potrebbe concepirne. La piú tipica, quella che viene considerata un piatto italiano per eccellenza, è la chicken parmesan. Cotolette di pollo fritto, disposte a strati in una teglia, ricoperte di salsa al pomodoro, mozzarella e chissá che altro.
Non vi fa tanto schifo? Beh, allora procedete pure con la versione shrimp parmesan, gamberi panati e fritti, anche questi poi gratinati con pomodoro e formaggio. E si, per loro sbattere parmigiano e mozzarella su qualsiasi cosa, garantisce la riuscita di un piatto italiano. Questo concetto vale anche per il pesto. Il pesto si puó trovare: spalmato sulla caprese, spesso insieme allo sciroppo di aceto balsamico, sbattuto sull’insalata o, densissimo, a decorare costose bruschette (leggi: bruscette). Chiaramente poi tutti conosciamo la famosa picatta, che per qualche ragione si legge piccata, una specie di scaloppina con limone e capperi, generalmente di pollo. Qui si mangia molto piú pollame che da noi. Chicken parmesan, chicken picatta, chicken saltimbocca, chicken fra diavolo, chicken in tutte le salse, è onnipresente nei menu dei ristoranti italiani in America. Se vi orientate sul pesce, troverete calamari fritti e gamberi alla sambuca. Oppure pesci locali, che di italiano non hanno nulla, ma almeno sono freschi. Ricordatevi solo di non farvici mettere sopra l’immancabile spolverata di parmigiano.
Locali un po’ piú eleganti mancano della tovaglia a quadretti. Infatti, spesso mancano della tovaglia e basta. I menu rimangono sostanzialmente gli stessi, con in piú un certo numero di piatti presumibilmente greci, francesi e spagnoli (mai trovate le empanadas alle sagre di paese? Nemmeno io).
Infine la pizza. Offesa, maltrattata, vilipesa e tradita. La pizza negli States si riduce a due stili fondamentali. La New York e la Chicago. La prima è mediamente sottile e molto croccante. La seconda altissima e soffice come una brioche.
E che ci si mette sopra? Molto spesso pepperoni. No, non la verdura, una specie di abominevole salame. Oppure un simil prosciutto cotto e ananas, la celebre pizza Hawaii, che giá è una contraddizione in termini. Certo, per restare sul classico, potete sempre trovare salvezza in una pizza meatballs.
Dopo infinite peregrinazioni, io ho trovato una pizzeria decente a due miglia da casa. I proprietari si sono fatti inviare il forno a legna da Napoli. E pare che anche la farina sia importata dall’Italia. Si chiama Scuola Vecchia, se mai vi trovaste a passare per Delray Beach in preda ad astinenza da pizza.
Una volta, mentre cenavo qui, ho sentito un cliente chiedere un garlic dip. Una salsina all’aglio. La cameriera, il cui inglese non era proprio perfetto, ha fatto un po’ fatica a capire e poi a spiegare che la pizza non si intinge, in nulla, meno che mai in una salsa all’aglio. Il cliente si è arrabbiato. Molto.
– Are you trying to school me about how to eat my pizza?!
Beh, si. Direi di si. Oppure vai da Pizza Hut dall’altra parte della strada e non rompere le palle.
ciao , you are right about somethings like the pressure from the customers to give them what they want.COme to NYC and i can assure you that there are restaurant comparable to italy and some even better. As far as product once again depends where you live USA is a vey large country .
Ciao Rino,
yes, as I mention in this post, I’ve heard that things might be quite different in NY or other large areas where many Italians reside, such as Chicago or Boston.
In fact, I’m looking forward to visiting NY and check out the difference first hand.
Do you think that “made up” dishes such as chicken parm are still pretty common up there? Just curious.
Actually Jessica, I lived both in New Jersey and Florida for a large part of my life (I now live in Torino). AND still there it’s not authentic. As a matter of fact Chicken Parm was born in little Italy. Italian Americans must know they are a subculture and not the same as italians from the mainland. I’m colombian and I know that Colombian-americans (such as myself) are nothing like the real thing back home. When I left Colombia it was one way and now it’s a completely different thing. Also, you make a very valid point. Food here tastes different even if it’s Barilla, it could be the water, the fact that GMOs are illegal in most regions here, the fact that the salt we use here is mostly sea salt… there are so many factors. Even wine from one region to another the soil, the air, the water all make for it to taste differently so how can it be called “italian” if it wasn’t grown here? People never get why I’d rather live here, and why I get so angry that America has let go of food quality. Now that I’ve had real gelato, good pasta (even the cheap kind), real sugo, real pizza when I go back home I skip the italian eateries, IT WILL NEVER BE THE SAME… Miami, New York or LA, it’s still grown there, made there and it’s the FDA there SO NO it can NEVER be authentic. Sorry.
Now in Torino! You get the best nocciole and gianduia ever! 😛
I agree, I think it could never be 100% autenthic.
And totally, the Italian-American culture is its own thing, it’s not Italian, not yet American. I wrote something about this in my old post ” Tu vuo’ fare l’italiano”. It is interesting, because it shows the result of the meeting of two different culture, and I think it should stick and take pride to its own characteristics, rather than insisting in being something else (Italian, which is not).
I still get caught off guard when I say to new acquitances that I am Italian and half an hour later in the conversation they say all surprised: “Oh, you mean you were actually born there!”. Sure, what else would I mean? :O
Hey Jessica, io vivo in Maine e sono un po’ piu’ fortunato di te perche’ quassu’ “cercano” dico “cercano” un po’ piu’ di importare roba veramente genuina dall’Italia o usare ingredienti piu’ genuini ma stiamo la’. Io poi sono pure napoletano, quindi per me e’ ancora piu’ dura.. Credo che in Florida sia peggio perche’ il Maine e’ uno stato piu’ rurale, piu’ rilassato e incentrato di piu’ sulla cucina.. E ti posso garantire che se sali a New York( io ho mangiato) la situazione non cambia poi tanto..cmq mi rispecchio in pieno su quello che dici.. Innanzitutto la Chicken Parm e la salsa “Alfredo” sono invenzioni tutte loro che spacciano per italiane. Poi, la questione insalata come antipasto e’ un’usanza tutta loro per questioni dietetiche, perche’ serve a saziarli, noi invece l’abbiamo alla fine o come contorno perche’ abbiamo proprio il concetto nettamente differente di sedersi a tavola per mangiare e non mangiare in due minuti perche’ devo scppare in ufficio.. Poi arriviamo al punto dolente della Pizza… Madonna.. A me uno mi disse: “Eh vabbe’ sulla Pizza posso mettere quello che voglio…”, dopo che io gli avevo chiesto: “Vabbe’ ma non puoi mettere l’ananas sulla pizza, il dolce e il salato della pizza stridono”.. pensa un po’ te!
Sono d’accordo con tutto quello che dici.
Sono certa che in alcuni stati sia un po’ meglio, ma l’ostacolo vero alla buona cucina e’ la mentalita’.
Il mio ultimo shock, pochi giorni fa: hai visto le pasta chips? Cerca su google… 😀
Come ti capisco!
tieni duro e strappa buone condizioni a DHL o altro
fatti spedire tutto e cucina da te!
Non cambieranno mai gli Americani
ed è vero si arrabbiano se gli Italiani non riconoscono
le loro italian prelibatezze!!!
E poi quando arrivano qui in Italia rimangono così delusi
di non trovare quello che da loro è spacciato come Italiano!
Tieni duro!
😀
Una volta ho incontrato uno che mi ha detto:
“Sono andato in Italia e ho scoperto che nessuno fa la chicken parmigiana. Allora ho chiesto al cuoco se potesse farla solo per me. Gli ho spiegato che avrei pagato extra, ma lui si e’ rifiutato. Non capisco”.
Eh, non tutto gira intorno al denaro! 😛
Piccola confessione, a me il cibo Americano, inclusa la … parm e la Chicago pizza, piacciono.
Se le accetti per quello che sono, un piatto tipico Americano, possono essere molto buone. Certamente in Italia non esistono, ma moltissimi piatti di cucine “tradizionali” sono in realta’ discendenti locali di pietanze importate. Anche in Italia, la pasta pare sia stata importata dalla Cina. E vuoi mettere il tipico “Cous Cous” della Sicilia orientale? Che direbbero gli Arabi?
A New York ci sono posti “piu Italiani” (per la Pizza raccomando “Motorino”), ma anche qui la maggior parte dei prodotti, e ristoranti, sono “finti” (per esempio, la Little Italy del Bronx, centrata attorno alla Arthur Avenue, e’ molto piu autentica di quella di Manhattan, ma e’ lentamente “conquistata” da immigrati Albanesi, che comprano ristoranti Italiani via via che i loro proprietari vanno in pensione).
C’e anche da dire che molti piatti “tradizionali” Europei sono proprio illegali negli states, perche “tradizioni antiche” e “sanita moderna”, a torto o a ragione non si mischiano molto bene (vedi questo:
http://www.rawstory.com/rs/2013/04/14/demonstrators-in-new-york-rage-over-us-ban-on-french-cheese-mites/ )
😀 Ah, ma certo, tutti i gusti sono gusti!
Capisco perfettamente cosa dici. Io ho parecchi amici che amano hamburgers e hot dogs, e li mangiano anche in Italia. A ciascuno il suo.
Personalmente sono un po’ una purista, e ne sono consapevole. Ero “schifettosa” anche a casa quando incappavo in un cuoco creativo che magari faceva accostamenti azzardati…
Direi infatti che il mio post dibattesse piu’ sulla “presunzione” di chiamare queste pietanze italiane. In Sicilia per esempio noi ci vantiamo del “nostro” cous cous, non diciamo che e’ un piatto arabo.
E si, verissimo che qui le leggi sanitarie hanno standard del tutto diversi. Sarebbe inconcepibile per gli americani vedere prosciutti e salami appesi al soffitto per giorni e giorni. Pero’ nei coloranti chimici e nel latte ultra-pastorizzato non ci vedono nulla di male. Tutti abbiamo le nostre contraddizioni 🙂
Hello Jessica, first of all, congratulations for little baby on its way… (;o)*
You may not like my second comment so much: If you are so anti-American (that is mostly what is seen in your story, the way you write), why are you in the States? Then, if the *Italian food* is so bad, why look for it? Settle down to the American way, since you are living in the States… You are making such a big issue. It’s possible to find some products from your country, but you can’t be living in the States with the idea that you will be eating *Italian*. (;o)* Many Italian travellers (and I know some), when going to the States, or any other country–but especially the States!–carry with them Italian food, with the clear intent not to try anything (or as little as possible!) local.
Good luck for all,
Melody Fox (aka the Princess of Rock)
Love Peace Music
Hello Melody,
I do appreciate all comments, including some critics.
Definitely I’m not anti-American, I think that the irony might have got lost in translation 🙂
I’ve shared some things that I do not like, but that is something that can be found in about any place in the world. I surely had (and have) lot to complaint about my own country, and I often make a point of highlightings things that seem to work better here than back home.
As per the food, my idea was not as much to criticize what’s available here in general, but to discuss the fact that some of it is called Italian, when it’s not Italian at all. I’ve moved to Florida recently, and I’m still in the process of exploring. So, sure, if I see a place that promises to have a good pizza, I’ll check it out. So far I’ve realized that I better cook at home, and I shared this knowledge with my readers, which are, like me, American dreamers and not haters.
Definitely I’m not one to travel carrying my own food from home – things that’s only possible if you’re on a short holiday anyway. I find that very funny 🙂 But I think we can all agree at certain degrees that some countries are better known for their cuisine (Italy is) than others (sorry, never heard anybody ever praising the American delicatessen). Nothing to be offended about. We all have our strengths and weaknesses. 🙂
Thanks for reading me!
Ciao
dear Jessica
my best wishes for the outcoming baby too.
I complitely agree with you for the last post
One of my relatives lives in Utah and she is going crazy
about looking for healthy food…
She once told me ” Why if you look for ingredients on simple bread
here ( Salt Lake City) as we look for it in Italy ( wheat, salt, water) I had to check more than ten words unpronounceble ( for her ) in the nutriction facts list?” Cant’ we buy simple wheat, salt and water so called bread?
xoxo
Yes, and that’s an entire chapter, too. In fact many Americans these days are complaining about the lack of healthy (and affordable) food choices. There are protests against Monsanto happening everywhere… But sure, the culture of “make it tasty, make it last, make it cheap” is on top of the problem. I came across the bread list of ingredients myself. Surprising, to say the least. Pasta too: they add vitamins, niacin, riboflavin, other stuff that I cannot read nor remember, just like your relative.
Once I asked a person if he didn’t find it a little creepy that the bread buns lasted for days and days, and he just asked me back:
– What’s so good about bread going rotten faster?
😀
Hi Jessica,
Hang in there. I’m now living in Fort Lauderdale area, and after 40 years in Rome with my Roman husband, I know exactly what you are saying. However, there are 2 restaurants where I live where the cooking is good italian, and I can get my bread and veg’s at Living Green. Even found fairly decent ravioli there.The only tomatoes without stuff in them is Pomi, available at Publix, and Fernandas has a lot of imported goods. A liter of olive oil handcarried each summer and guarded only for salads makes a big difference. Don’t cook your pasta in tap water in south Florida, it changes the flavor!
Good luck, coraggio, pazienza, ed auguri for the little one.
yolanda
I know Fernanda – a lifesaver! But never heard of Living Green. Need to check it out, thanks for the hint.
I go to The Boys in Delray Beach, which is also a great farmer market where you can find some imported goodies. Worth a try.
UN abbraccio!
Raramente, gli straieri capiscono come “Eat Like an Italian” http://rickzullo.com/eat-like-an-italian/
Vero!
Ciao, seguo da un po’ il tuo blog e devo dire che è molto bello, aspetto altri aggiornamenti, comunque volevo consigliarti un ristorante italiano di cui mi hanno parlato molto bene, gestito da italiani, io non ci sono mai stato, ma alcuni miei conoscenti (italiani) hanno detto che per essere un ristorante nostrano negli U.S.A. ci si mangia molto bene, si chiama Amami e si trova a Miami sull’Española Way, ecco il sito: http://amamius.com/, spero che tu abbia la possibilità di provarlo e che ti piaccia, aspetto tuoi responsi. Ciao!
Graze mille per la dritta! Provero’ al mio rientro tra due settimane!
Ciao, non so esattamente dove vivi in Florida (stato que mi affascina in particolar modo e dove sono stato molte volte) peró per pura casualità ho incontrato a Fort Louderdale questo ristorante italiano di un ragazzo di Roma, di cui ti passo la direzione sotto, che è delizioso addirittura ha nel menù la pizza con burrata fresca che produce un altro italiano che vive in Boca Raton che è li vicino. I gelati sono buonissimi e artigianali al 100%. Vivamente consigliato.
Panaretto Restaurant and Pizzeria
1331 SE 17th St, Fort Lauderdale, FL 33316, EE. UU.
26.101319, -80.130429
Ciao Christian,
conosco Panaretto. Non e’ male, ma e’ pur sempre… Italian American food. Mai provato il loro gelato, ma la burrata posso assicurarti che, anche se prodotta da un italiano, non sara’ mai la “vera” burrata. Certamente meglio di molte catene, ma ahime’, non e’ proprio sapore di casa.
Grazie per la dritta comunque!
Ciao Jessica, volevo chiederti inoltre come posso prepararmi preventivamente per le visite mediche. Ho già fatto il certificato delle vaccinazioni, ma non so quali altri esami posso anticiparmi. Inoltre mi hanno detto che con i documenti riceverò una lista per i medici abilitati in Italia a compilarmi i moduli (questo e’ quanto mi ha detto il mio avvocato,ma niente di più). Potresti aiutarmi, please?
Se le vaccinazioni includono tutte quelle considerate obbligatorie negli US sei a posto. Io ho dovuto rifare quella per la rosolia, perché non avevo prova di averla già fatta. (Puoi leggere la mia storia nel post).
Non capisco quale sia la domanda nella seconda parte del tuo messaggio. Ti daranno una lista di medici abilitati, ok, qual è il tuo dubbio. Fammi sapere.
A presto