Dopotutto, questo blog si intitola “Cartoline dalla Florida”. Quindi eccomi qui a condividere un post molto fotografico del posto che finora mi ha “maravigliata” (alla maniera di Colombo) più di tutti. Il posto che mi ha fatto pensare: “voglio vivere qui!” non come risultato di una scelta ponderata e razionale, ma sulla scia dell’entusiasmo, del je ne sais quoi. Questo posto si chiama Key West.
Tutto inizia in quest’autostrada sull’oceano, la US1. Mare a destra, mare a sinistra, mare sotto. Una serie di ponti che collegano la penisola floridiana alle isolette Keys – praticamente Caraibi – l’ultima delle quali, Key West appunto, é a sole 90 miglia da Cuba. E pensare che gli americani a Cuba non possono metterci piede…
Cosa si fa lungo l’autostrada per le Keys? Si ascolta Jimmy Buffett. Chi é Jimmy Buffet? Mi pare una domanda più che legittima, soprattutto per un italiano. In fondo qui non sanno chi sia Vasco Rossi, direi che siamo pari. Si tratta di un musicista, ad essere sinceri nemmeno troppo dotato, il cui sound mescola country, folk e atmosfere caraibiche. Ma soprattutto un uomo la cui filosofia elementare ma efficace non puó non essere amata e condivisa dal primo istante.
Ecco le poche, semplici regole: 1. Sfancula il tuo capo; 2. Vai a vivere in un luogo caldo, preferibilmente un’isola, meglio ancora se nel sud della Florida (da qui il collegamento con Key West diventa scontato); 3. Distruggiti di Margaritas; 4. Fai l’amore; 5. Cantaci su e ripeti i punti 3 e 4 all’infinito. Qualcosa da obiettare?
Presupposto che prima dell’arrivo siano stati messi in pratica almeno i primi 3 punti, questo é lo scenario che si propone al brillo viaggiatore:
Questo spettacolo da sogno, é ammirato quotidianamente dai molti – turisti e non – che si affollano sulla banchina di Mallory Square. In questa piazza, fra artisti di strada, stand di artigianato, birre e hot dog (…) all’ora del tramonto tutti si siedono ad ammirare l’astro nei suoi colori più belli, finché scompare nell’acqua.
E in un attimo il silenzio viene riempito dal clamoroso applauso degli astanti, che cosí ringraziano, prima di riprendere i divertimenti.
Qui é opportuno attirare la vostra attenzione su un fatto. Piazze, artisti di strada e l’intera gamma del divertimento a buon mercato, in America é merce rara. Almeno in questa parte dell’America.
Io ricordo che a Roma, ma anche in cittadine più piccole in cui ho vissuto, da Montecatini Terme ai paeselli siciliani in riva al mare, era piuttosto semplice passare un bel pomeriggio con gli amici senza praticamente spendere un soldo. Biglietto della metro fino al Colosseo=1 euro; eco dei turisti che meravigliati fanno “oh…..!” fuori dalla metro= impagabile. Gelato=2 euro; goduria di gelato= impagabile.
E poi la passeggiata per i Fori, per le piazze e per i monumenti. Certo che a volte si spendeva. La cena, il cinema, il teatro o il museo. Ma qui la possibilitá di divertirsi senza un piano preciso, senza praticamente pagare qualcuno che ti intrattenga, é letteralmente fantascienza. Passeggiare poi, é cosa del tutto inusuale. A Key West invece é possibile. Certo, fin qui bisogna pure arrivarci in macchina…
A piedi si prosegue per Duvall Street, la via centrale. Si puó fare sosta praticamente ad ogni bar, e alla fine, se si sopravvive al coma etilico, prendere una bicicletta-taxi fino al proprio hotel. Ecco i due posti secondo me imperdibili.
Il primo é Sloppy Joe, dove si dice che Ernest Hemingway andasse a rifornirsi di alcoolici ben prima della data ufficiale della fondazione: il 5 dicembre 1933. Ed in effetti sembra quanto meno sospetto che lo storico saloon sia stato inaugurato esattamente il giorno della fine del proibizionismo…
Il secondo é Margaritaville, di proprietá di Jimmy Buffett. Qui, oltre a gustare l’eccezionale margarita con ingrediente segreto (goccia di curacao blu), si possono acquistare cd e gadget assolutamente inutili, come cappelli a forma di pinna di squalo (dal titolo di una canzone) o materassini galleggianti per riporre la birra mentre si fa il bagno.
Poco sopra ho parlato di “locale storico” ed ho menzionato Hemingway. Ecco a mio parere l’altra caratteristica assolutamente unica di Key West: in questa piccola isoletta c’é storia.
Gironzolando per le vie ci si imbatte in case antiche (beh, non aspettatevi la Domus Aurea, si capisce) in un grazioso stile del sud che ricorda New Orleans.
Ci sono un vecchio faro, i resti di un forte spagnolo e persino un cimitero monumentale. Dico “persino” perché i cimiteri americani sono di solito “all’inglese”. Insomma, croci tutte uguali su un prato, niente statue.
La US1 ha collegato le Keys al resto della Florida solo nel 1938. Prima di allora le isole erano raggiungibili tramite un’altra serie di ponti che però furono distrutti da un rovinoso uragano nel ’35.
Questo significa che per ben tre anni gli abitanti del posto si ritrovarono isolati, letteralmente, a meno di muoversi via mare. Se tornate a dare un’occhiata alla prima foto, quella della US1, potrete osservare pezzi dei vecchi ponti, oggi nido di pellicani e fenicotteri.
Aneddoto. Pare che un cubano, alcuni anni or sono, avesse tentato la prodigiosa traversata di 90 miglia a nuoto, nella speranza di ottenere asilo in suolo americano. Visto un pezzo del vecchio ponte, il disperato vi si sarebbe arrampicato attendendo i soccorsi.
Che arrivarono. Per informarlo che non aveva raggiunto la terraferma e sarebbe stato prontamente rimpatriato. Il ponte rotto, tristemente, non era collegato che al mare, da una parte e dall’altra.
La cultura cubana si riflette ancora in piccoli particolari. Molti ristoranti pretendono di essere specializzati in cucina cubana (ma visto cosa fanno con quella italiana, é opportuno dubitare, ed io consiglio a tutti di nutrirsi di pesce alla griglia, che é freschissimo e relativamente a buon mercato), si trova facilmente il caffé cortado, molto più simile al nostro espresso, e poi ci sono i galli.
I galli? Certo. I cubani amavano intrattenersi con i combattimenti fra galli. Quando la cosa fu poi giudicata barbara e quindi proibita per legge, i graziosi pennuti assaporarono la libertá e presero a girovagare per le strade.
Alcuni hanno fatto fortuna (vedete nella foto quello in fila al bankomat?). Tutti per vendetta cantano a squarciagola all’alba. Ma io sono convinta che segretamente, ogni tanto, qualcuno finisca alla brace.
Mi fermo qui con l’elogio di questa piccola perla nell’atlantico. In fondo ne sono un po’ gelosa e non voglio contribuire a migrazioni di massa. Se verrete in visita, sono sicura che troverete qualcosa che vi fará venire voglia di tornare.
Che sia l’atmosfera casuale, il divertimento, le tartarughe, i delfini, il clima eccezionale 365 giorni l’anno o il sogno di trovare un galeone spagnolo, come uno degli eroi locali, Mel Fisher.
Ma una cosa è certa. Ad un certo punto, vi verrá in mente di seguire il logico suggerimento. Qualcuno ci ha scritto anche un libro:
Molla tutto e vieni in Key West.
[Tutte le foto sono proprietá di Jessica Burgio – All pictures property of Jessica Burgio].
Ciao jessica 🙂 posso avere un tuo indirizzo mail dove poterti chiedere qualcosa?
Ciao Vincenzo!
Ti ho mandato una email.
A presto!
Il mio posto preferito al mondo. Ma, il tramonto di Key West va gustato mangiando le Conch Fritters, uniche di Key West. Allora sì, è il paradiso terrestre.
Oh, no! I Conch Fritters non sono per me! Una volta sono stata male e da allora ho chiuso, eh, eh!
Saro’ a Key West la settimana prossima, io e mio marito faremo il nostro viaggio di nozze “in ritardo” (e con pancione!) incrociera in KW, Cayman e Jamaica. Il bello di vivere in Florida e’ anche quello di essere vicini a tanti posti favolosi. Cerchero’ di condividere le foto sul blog.
A presto!
Ciao approdata sul tuo blog mentre trascorrono gli ultimi giorni fa vacanza in Florida…. Che dire con mio marito ci siamo innamorati di questo posto e la voglia di rimanerci è tanta…. Avrei una curiosità su come si vive in estate qui possiamo sentirci in privato? Auguro un sereno anno nuovo a te e a tutti i lettori
Ciao Maria,
Ti ho scritto in privato!